martedì 16 settembre 2014

PARMA INTERNATIONAL MUSIC FILM FESTIVAL

Parma International Music Film Festival, Ciccio Ingrassia 

e il mondo dei pupi siciliani


Un omaggio al grande attore siciliano Ciccio Ingrassia e al mondo dei pupi di Mimmo Cuticchio. Nel documentario Don Turi e Gano di Magonza, in concorso al Parma International Music Film Festival (leggi), vi è una delle ultime interviste rilasciate da Ciccio Ingrassia, prima dell’abbandono definitivo dalle scene.
L’occasione fu, vent’anni fa, la partecipazione di Ingrassia, in veste di ‘puparo’, alla rappresentazione ‘Don Turi e Gano di Magonza’, una pièce dell’Opera dei Pupi, di cui il film racconta il backstage attraverso le interviste ai protagonisti. Il regista, Accursio Soldano, alterna i filmati di repertorio a immagini dei giorni nostri, e rappresenta una Sicilia poetica e stridente, nella sua infinita bellezza affiancata da mille contraddizioni. Il cortometraggio si avvale della colonna sonora di Ezio Noto.
Accursio Soldano è un giornalista del Tg di Tele Radio Sciacca, ha lavorato per la testata Repubblica ed è scrittore. I suoi ultimi due lavori sono ‘Il venditore di attimi’ e ‘Giuseppe Bellanca e i pionieri delle macchine volanti’. Don Turi e Gano di Magonza verrà proiettato alla Casa della Musica giovedì 18 settembre alle 18. Sarà presente il regista che farà una breve introduzione al film.

Come è nata l’idea del documentario Don Turi e Gano di Magonza?
“Nel 1994 volevo documentare i preparativi della messa in scena della commedia scritta da Vincenzo Licata. Quindi ci recammo a Palermo per parlare con il maestro Mimmo Cuticchio che, gentilmente, ci fece assistere alla preparazione di alcune scene. In quella occasione incontrammo quelli che sarebbero stati i protagonisti. Devo dire, per onestà intellettuale che noi eravamo interessati a quella commedia perché il suo autore era un nostro compaesano, molto conosciuto per le sue poesie dialettali, che recitava anche in Tv a Tele Radio Sciacca, ma poco apprezzato come commediografo anche se ‘Don Turi e Gano di Magonza’ era stata rappresentata dal Gruppo Teatro 13 di Sciacca. Però vedere una commedia di un autore saccense in scena al Teatro Biondo di Palermo, con Cuticchio, Ingrassia, Zappalà e Civiletti era tutta un’altra cosa. E così decidemmo di dedicare a quell’evento, uno speciale da trasmettere in Tv. Quella cassetta con le interviste ai protagonisti l’abbiamo conservata gelosamente per 20 anni io e il mio cameraman Accursio Puleo e, a venti anni di distanza abbiamo deciso di omaggiarli, rimontando il materiale che avevamo a disposizione e avvalendoci della colonna sonora del nostro amico musicista Ezio Noto”.

I Pupi sono una tradizione siciliana che è anche iscritta all’Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità. Che cosa rappresenta questo mondo e che caratteristiche ha?
“Se sono stati iscritti dall’Unesco come patrimonio dell’Umanità, il merito va soprattutto a Mimmo Cuticchio che ha esportato ‘u cuntu’ e l’opera dei pupi in tutto il mondo. I pupi non hanno fili come le marionette, con le aste i pupari li muovono su scenari colorati che ricordano le gesta dei paladini di Francia, i loro eroi ridono, piangono, vanno in battaglia, lottano, tradiscono, e i pupari li muovono al ritmo degli scudi e delle spade. Posso dire che hanno per i i loro pupi lo stesso rispetto che un uomo avrebbe per un suo simile. Assistere ad una rappresentazione dell’opera dei pupi è come entrare dentro un mondo magico, fatto di colori e di rispetto. E come diceva Ciccio Ingrassia, un puparo è prima di tutto un grande attore, perché non è facile far emozionare o ridere o piangere, avendo solo dei ‘pupi’ in scena”.

Nel film c’è anche un’intervista a Ciccio Ingrassia. Tu sei uno degli ultimi giornalisti a cui il grande attore siciliano ha rilasciato un’intervista prima dell’abbandono delle scene. Che ricordo hai di lui?
“Spettacolare e al tempo stesso commovente. Lo vedevo al cinema con Franco Franchi e mai avrei pensato che un giorno l’avrei intervistato. Ingrassia non tornava a Palermo da almeno trent’anni, e l’occasione di rivedere la sua città gliela diede proprio Cuticchio proponendogli il copione di Don Turi e Gano di Magonza. Beh, averlo davanti a me è stato commovente ed emozionante. Umile, divertente, disponibile, una gran bella persona”.

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