In questo periodo va di moda preoccuparsi delle trivellazioni petrolifere che forse si faranno al largo di Sciacca, ma non è sicuro niente, e mentre si grida al lupo al lupo, ci si dimentica di quello che abbiamo davanti agli occhi. Inquinamento e abusivismo sono le insidie peggiori per il litorale italiano. Il quadro poco confortante lo ha tracciato Legambiente nel Rapporto "Mare Monstrum 2010", divulgato in occasione della recente partenza della Goletta Verde. La situazione peggiore si registra in Campania, che si classifica al primo posto nella hit delle illegalità con 1.514 infrazioni, seguita da Puglia, Sicilia e Calabria.
Ma veniamo ai dati. L'abusivismo edilizio cresce del 7,6% rispetto all'anno precedente e l'inquinamento derivante da scarichi fognari illegali, cattiva depurazione e inquinamento da idrocarburi addirittura del 45%. I sequestri aumentano del 46,2% passando dai 4.049 del 2008 ai 5.920 del 2009.
La maglia nera delle illegalità va alla Campania con 1.514 infrazioni, seguita dalla Puglia con 1.338 infrazioni, dalla Sicilia con 1.267 infrazioni e dalla Calabria con 1.160 infrazioni.
Ma alla Sicilia va il triste primato dell'abusivismo: è la regione con più illegalità sul fronte dell'abusivismo con 749 infrazioni accertate.
Ma i problemi principali riguardano il servizio di depurazione. La regione in cui si registra il deficit maggiore è la Sicilia dove 2,3 milioni di persone (il 54% del totale) riversano i propri scarichi non depurati nel mare, e fra questi c'è Sciacca. A seguire la Campania dove il servizio copre solo il 67% della popolazione lasciando scoperti quasi 2 milioni di cittadini, poi il Lazio e la Toscana, con circa 1,4 milioni (il 38% del totale) di persone scoperte.
Fra le regioni sotto accusa dall'Europa c'è quindi la Sicilia, con 74 comuni inosservanti, fra cui spiccano diversi capoluoghi di provincia come Palermo, Catania, Messina, Ragusa, Caltanissetta e Agrigento. Bisognerebbe creare un comitato, magari si potrebbe chiamare Stoppa la fogna!