lunedì 27 agosto 2018

BEPPE GRILLO: PERCHE' PAGARE IL BIGLIETTO PER ASCOLTARE IL COMIZIO

#Beppe Grillo è l'unico leader politico che fa pagare il biglietto per assistere ai suoi comizi.
Mediamente, per ascoltarlo, mentre mette in mostra tutto il suo disagio sociale dovuto a decenni di emarginazione dalla TV e dai giornali, il costo è di 25 euro.

Di mestiere faceva il comico, ma visto che non faceva ridere nessuno si è costruito un blog e in associazione con Casaleggio (prima il padre, poi il figlio e in futuro il nipote) e in mancanza di altri mezzi di informazione controlla, attraverso il web, l'umore umorale degli italiani del cambiamento. 
Il web controller (come spiegato nel post precedente) potrebbe sembrare un lavoro difficile e per certi versi una manipolazione dell’informazione, ma in realtà non lo è. Si lancia in rete un argomento sul quale dibattere ed intervenire e si lascia agli utenti (dal neonato al pensionato, dal giurista al contadino, dall'incazzato al riflessivo) la libertà di esprimere la propria opinione indipendentemente dalla conoscenza in materia. 
Questa opinione verrà monitorata e registrata in un database (un profilo per ogni cittadino che liberamente decide di intervenire) così da poter conoscere i bisogni, le speranze e le aspettative che la gente ha.
Ma oltre a questi vantaggi governativi ce n’è uno anche per gli utenti, che non ha prezzo, ed è il tempo. Vi faccio un esempio pratico. 
Una volta la gente leggeva i libri e i giornali, poi si è scoperto che questi mezzi non solo erano obsoleti, ma per poter attingere informazioni da essi bisognava sprecare il doppio se non il triplo del tempo che si impiega nel leggere o commentare una notizia sul web. Non solo, dopo tutto questo spreco temporale il cittadino non riceveva niente in cambio, non poteva esprimere il proprio pensiero e tutto rimaneva nell’ambito di un monologo fra un giornalista che si era arrogato il ruolo di opinionista infallibile (chi cazzo si crede di essere questo?) e un lettore passivo che non aveva alcuna possibilità di dialogo. Perché, diciamocelo francamente, il lettore di un quotidiano è solo, senza nessuna compagnia e se un articolo non gli piace non può replicare perché l’autore del pezzo non c’è fisicamente (a volte non c’è neanche la foto di chi ha scritto).
A poco a poco, come logica conseguenza della necessità di partecipazione alla vita sociale e politica, in forza della crescente necessità di sentirsi protagonisti, spinti dall'irrefrenabile desiderio di lasciare un proprio contributo ai posteri, ricordandosi che ad ogni uomo non si possono negare i famosi 15 minuti di notorietà, e come soggetti facenti parte di una comunità, tutti, ma proprio tutti esprimeremo la nostra (anche se non richiesta) opinione sul web e libri e giornali spariranno, diventeranno roba da nostalgici e archeologi e i cittadini, finalmente, non pagheranno 25 euro per ascoltare Beppe Grillo a teatro.

giovedì 23 agosto 2018

CONFESSIONI DI UN WEB CONTROLLER (racconto breve, senza controllo)


Sono un web controller
In pratica il mio lavoro consiste nello stare seduto davanti il pc e leggere, controllare, in alcuni casi seguire i post che i cittadini inseriscono nelle piattaforme social. Alla fine della giornata segnalo al Ministro per l’informazione e dell’educazione quali sono stati quelli più seguiti e quali opinioni sono state espresse su ciò che il Ministero ha pubblicato. Siano esse positive o negative.
In sostanza funziona così.
 Il Ministero pubblica un post con una dichiarazione di uno dei ministri che fanno parte del Governo (uno qualsiasi che abbia necessità di dire qualcosa) a proposito di un fatto accaduto il giorno prima. Il mio compito, e quello dei miei colleghi, è di leggere tutte le opinioni, controllare eventuali condivisioni, memorizzare i commenti ai post condivisi e suddividere, in percentuale, i commenti positivi da quelli negativi. 
Questo lavoro permette al Governo di pianificare eventuali altri interventi sullo stesso argomento tenendo ben presente qual è l’opinione dei cittadini.
Se notiamo che l’intervento di un Ministro non sta avendo il successo preventivato e che le opinioni negative sono superiori a quelle positive, siamo autorizzati ad intervenire con uno o più dei nostri profili social creati preventivamente al fine di livellare i consensi, oppure, in casi estremi, inserire una foto con didascalia per ricordare le cose buone fatte fino a quel momento e com’era caotica la nostra società prima che il Partito dei cittadini andasse al potere.
Non di rado il nostro compito è di pubblicare qualcosa che informi il cittadino su una decisione che di lì a poco dovrà essere presa in Parlamento (in questo caso noi la chiamiamo “informazione preventiva”) ricordando allo stesso tempo come sia necessaria una nuova legge per regolamentare ciò che il Governo vorrebbe regolamentare per il bene dei cittadini e che quello precedente non ha fatto. Possibilmente mettiamo una foto di qualche esponente del vecchio Governo, una didascalia accattivante e la pubblichiamo sul social con la scritta "se la pensi come me condividi",
Inizialmente la condividiamo fra di noi, poi mettiamo in moto i nostri profili social falsi, aspettiamo la condivisione dei nostri iscritti e infine la condivisione dei cittadini. Solo da questo momento in poi, parte il controllo e inizia il mio vero lavoro.
Perché il nostro è un partito fondato sulla condivisione felice!