giovedì 28 ottobre 2021

L'ARTICOLO 4 CHE HA AFFOSSATO IL DDL ZAN, LENNY BRUCE E DAVE CHAPPELLE

Alfredo Mantovano, magistrato e vicepresidente del Centro studi Rosario Livatino, ha svolto davanti alla Commissione Giustizia del Senato un’audizione sul d.d.l. Zan il quale recita testualmente: Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti”. Secondo Mantovano dunque, l’art. 4, dopo aver sancito che “è legittimo quel che è legittimo”, precisa che l’area della legittimità, pur “rafforzata” col richiamo a valori costituzionali come il “pluralismo delle idee” e la “la libertà delle scelte”, conosce tuttavia una restrizione quando da esse derivi “il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti”. Attenzione: non condotte riguardanti “atti discriminatori o violenti”; tenere queste condotte fa ricadere senza ombra di dubbio in una delle incriminazioni che il codice penale prevede da sempre. La deroga, riguarda condotte “legittime” (pluralismo delle idee), corrispondenti a manifestazioni di idee, che però “legittime” non sono più allorché il magistrato ritenga che da esse derivi il pericolo prima indicato. E adesso torniamo agli anni 60. E Parliamo di Lenny Bruce. “Due settimane addietro fui arrestato da un agente ebreo travestito. Non è una sberla in faccia? E qualcuno ha scritto dell'accaduto. Lenny Bruce, il comico malato, fuori su cauzione per un’accusa di possesso di narcotici, fu arrestato da un agente ebraico travestito che era stato piazzato per parecchie notti nel locale, per stabilire se l'uso costante da parte di Bruce di termini ebraici era una copertura di empietà. L'agente decise che era così!
Sono stato arrestato per aver detto Schmuck! E la parola Schmuck, beh, sono stato arrestato da un agente analfabeta, la parola schmuck è una parola tedesca e vuol dire (sono sicuro che insisterete sul significato letterale) "gioielli". Sul dizionario Hanoff, il dizionario ebraico, schmuck vuol dire sciocco. Così abbiamo il letterale ed il colloquiale. Credo che nessun ebreo abbia mai inventato neologismi e detto: "Ti stai comportando come un cazzone, non è vero? Oppure: chi ha guidato per tutta la strada? Io come uno schmuck. La parola Schmuck, in se stessa, nella sua essenza, ci collega alla verità interpretativa del soggetto portato a giudicare di cui abbiamo parlato prima. Questa parola ha due significati: se la si intende come parola tedesca, la traduzione letterale è "gioiello" o comunque indica qualcosa di decorativo per cui la frase della performance citata sopra dovrebbe essere così: "Hey uomo bianco, io sono un gioiello" "Beh, se lo sei, non entrare" "Non ti piacciono i gioielli eh?" "Beh, di tanto in tanto" Ma la traduzione potrebbe cambiare se, Schmuck venisse recepita come parola ebraica; in quel caso suonerebbe così: "Io sono uno sciocco" "Beh, se lo sei non entrare" "Non ti piace uno sciocco eh?" "Beh, di tanto in tanto" Alla domanda "Non ti piace uno sciocco", Bruce risponde con un "di tanto in tanto", che automaticamente, secondo l’agente che ha formulato l’accusa, fa rivestire tutta la performance col carattere dell'oscenità. Cos'è accaduto? È accaduto che l'ascoltatore, un agente ebreo, è stato "costretto" a modificare il suo metodo di decodificazione del messaggio, non per volontà propria, ma, "costretto" da una risposta che non rientra nella normalità: quella risposta ha spezzato l'armonia del discorso. Solo decodificando la parola Schmuck come dispregiativo, l'agente poté stabilire che i termini ebraici usati da Bruce erano una copertura per empietà. In sostanza, Bruce usava quei termini per mascherare, o meglio, per occultare significati e valori diversi da quelli apparenti, per cui, secondo l’interpretazione dell’agente ebreo che assistette alla performance la traduzione era la seguente: "Hey uomo bianco, io sono un cazzone" "Se lo sei non entrare" "Non ti piace un cazzone eh?" "Beh, di tanto in tanto" In questo caso, Bruce ha ottenuto l’effetto comico che Bergson descrive quando distingue le parole. “Si potrebbe dire che la maggior parte delle parole presentino un senso fisico e un senso morale, secondo che si prendono nel significato proprio o figurato” perché ha finto di intendere una espressione in senso proprio, mentre in realtà essa era impiegata in altro senso, in senso figurativo. Solo “interpretando” quella parola, si poté arrivare al risultato dell’incriminazione. E torniamo ad oggi. Dave Chappelle famoso comico americano è stato accusato di omotransfobia per questa (e altre frasi): “Nel nostro paese, puoi sparare e uccidere un nero, ma è meglio non ferire i sentimenti di una persona gay”. Si può dire quella frase, oppure, come specificato nell’articolo 4 essa può portare ad un concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti? Secondo la comunità LGBTQ si, e ovviamente lo vorrebbe cancellare dalla faccia della terra. Valeva la pena farsi affossare la legge per non modificare un articolo e tornare indietro, negli anni 60?