giovedì 22 ottobre 2015

ASPETTANDO MR. WOLF SU: ITALIA NOTIZIE

Mi è stato fatto dono di questo libro che ho letto con estremo piacere e grande interesse senza voler sapere prima, come mia abitudine, niente né dell’autore né delle recensioni precedenti.
Mi ha attratto subito “a pelle” per due elementi che mi “riguardano”: la sicilianità mia e dell’autore e l’essere stata per due anni volontaria in un carcere siciliano (esperienza su cui ho scritto e pubblicato il mio secondo libro).
Questa è la sinossi in breve (ma che non rende l’idea della bellezza del testo): un giornalista siciliano di provincia, Aristotele Giordano (credo che anche la scelta di nome e cognome non siano casuali da parte dell’autore) decide di dare una svolta alla sua carriera e riesce, grazie a una caparbietà non comune, a ottenere di intervistare un boss mafioso, don Fofò Catanzaro, in un carcere di Palermo per poi trarne, questo è il suo sogno, un libro che gli darà finalmente quella fama che sente di meritare.
L’intervista prenderà una piega diversa da quella immaginata da Aristotele e quando lui deciderà di andarsene ponendo fine a quella sorta di confessione-delirio del boss arriva un finale a sorpresa degno del miglio thriller nelle ultime 8 righe che, naturalmente, non vi svelerò.
Vorrei estrapolare un paragrafo dalle ultime pagine del libro che mi è particolarmente piaciuto, è una riflessione di Aristotele appena salutato il boss alla fine dell’intervista: “…è tutto falso, pensò, credi di essere solo e hai tanti occhi che ti spiano, pensi di stare bene e il male ti cova dentro, pensi di aver vissuto la tua vita e invece hai solo rimpianti e occasioni perse. La verità è che siamo tutti alla ricerca dell’applauso, ne abbiamo bisogno come l’aria che respiriamo, abbiamo, almeno una volta in tutta la nostra vita, bisogno del consenso, tanto per non guardarci alo specchio e dirci che abbiamo sbagliato tutto. Il fatto è che siamo solo spettacolo, puro e semplice spettacolo per il pubblico che ci circonda”.
Formidabile la preparazione da cinefilo doc dell’autore con continue citazioni disseminate nel corso della storia compreso il titolo che ha dato a questa sua opera che rimanda (e, lo confesso, mi sono dovuta documentare per saperlo) al film “Pulp Fiction”.
di Daniela Dominici
http://www.italianotizie.it/?p=33895 

A BURGIO SI PARLA DI FEMMINICIDIO

Si svolgerà a Burgio domenica prossima nell’ambito delle manifestazioni “L’arte è donna”, nella sede del Circolo Pd “Nilde Iotti”, la presentazione del libro di Donatella Falco “Prigioniera del passato”. Alla manifestazione parlerò del femminicidio in Italia
Un romanzo che tratta un argomento impegnativo ed attuale come lo stalking e la violenza sulle donne, in una maniera semplice e accessibile a tutti. Un tema da trattare con delicatezza ma allo stesso tempo affrontarlo con aspra rigorosità per dare alla nuove generazioni un nuovo modo di concepire la “Donna”, sia essa madre, sorella, amica o compagna.
Innescare una cultura del rispetto, della persona, delle idee e della libertà personali, senza prevaricarle perché la violenza su una donna non avviene solo in maniera fisica, ma forse più di tutto avviene quella sottomissione ai voleri di un uomo che ne plagia la personalità tanto da far credere che anche ciò è una forma d’amore.
Un amore malato, contorto, subdolo; un uomo malato che non conosce il vero senso dell’amore e del rispetto.
Al dibattito, dopo i saluti del sindaco Vito Ferrandelli prenderanno parte oltre all’autrice, Giuseppe Zambito, segretario provinciale Pd, la psicologa Mirella Cudia  e l’ex assessore regionale Nelli Scilabra. Modera la giornalista Letizia Bilella.