venerdì 1 luglio 2022

FABIO TERMINE, L'OPPOSIZIONE E L'ACCIDENTALITA' DI UN INCARICO


 Le elezioni sono finite e Fabio Termine è stato eletto Sindaco di Sciacca.

Ora, che le condizioni della città non siano delle migliori (giusto per usare un eufemismo) è cosa che sanno tutti, che bisogna lavorare quotidianamente e incessantemente è palese. E ovviamente (ma non ovvio) a lavorare deve essere l'amministrazione comunale e il consiglio comunale.

Ma andiamo alla prima questione. Quando sono andato a votare, ho dato la mia preferenza ad un candidato a sindaco e ad un consigliere comunale, convinto che potessero (entrambi) fare gli interessi della città e rappresentarmi. Non ho votato per un consigliere comunale di opposizione o della lista del sindaco, ma per un soggetto candidato che ritenevo serio ed affidabile senza sapere se alla fine venisse eletto e senza sapere se il candidato sindaco del suo schieramento potesse vincere le elezioni. 

Quindi, il fatto che poi, a elezioni concluse, faccia parte dello schieramento Messina, o Mangiacavallo o Termine, per me conta poco e niente. Conta che ho votato qualcuno che faccia il bene della città.

Eppure, finite le elezioni, e malgrado il 90% degli eletti faccia parte di liste civiche (cioè senza ordini di partito e senza interessi che non siano per il bene comune) si inizia a parlare di maggioranza e opposizione, di consiglieri che appoggeranno il lavoro dell'amministrazione e di altri che invece faranno opposizione perché il progetto presentato dal loro candidato non ha vinto. Come se la sconfitta del candidato a sindaco fosse un lutto che tutta la città deve portare e patire (cosa che è successo con il sindaco uscente Francesca Valenti dove pur di non votare una delibera hanno preferito andarsene a casa).

Ora, ammettendo per ipotesi che io abbia votato un soggetto candidato nelle Liste che appoggiavano  Mangiacavallo o Messina, mi aspetto che questo consigliere comunale, da me votato per fare gli interessi di tutta la città, non mi coinvolga nel suo "lutto politico" e faccia quello che è giusto per tutti, dia un segnale di collaborazione, porti idee e istanze e aiuti l'amministrazione a portare avanti i progetti (almeno quelli che per professione o studi, conosce).

Questo perché, ed è giusto ricordarlo, fare il consigliere comunale a Sciacca non è come fare il Ministro a Roma, è solo un fatto meramente accidentale. Nessuno fa il consigliere comunale per professione. Finiti i cinque anni di sindacatura, il 90% dei cittadini saccensi dimenticheranno i nomi di chi sedeva in Aula (provate a chiedere chi erano tutti i consiglieri comunali durante la sindacatura Valenti) a meno che, non si sia distinto (non per affossare un sindaco, ma per lavorare per il bene di tutti).

E questo vale anche per gli assessori designati e per il sindaco in carica. 

Per tanti anni gli assessori che si sono succeduti a palazzo di città erano convinti che nella scrivania comunale ci fosse una specie di polverina magica che per incanto li trasformasse in esperti nelle deleghe che erano state assegnate. Speriamo che i nuovi non facciano questo errore perché i risultati (disastrosi) sono sotto gli occhi di tutti.

Collaborazione, non aver paura di chiedere, portare progetti, coinvolgere più gente possibile, remare tutti verso un'unica direzione. Altrimenti, alla fine dei cinque anni, sarete tutti, e non accidentalmente dimenticati!