lunedì 26 gennaio 2009

MARTA ABBA E LUIGI PIRANDELLO: STORIA DI UN AMORE

di Accursio Soldano
Sono ben 560 lettere, quelle che Luigi Pirandello scrisse a Marta Abba, e lei gli rispose ben 280 volte, a testimonianza di un rapporto che andava al di là della semplice collaborazione artistica. Musa ispiratrice del grande scrittore e commediografo agrigentino, Marta Abba fu una delle più grandi interpreti del Novecento, e soprattutto, una delle più grandi interpreti delle commedie del grande drammaturgo siciliano.
Nata a Milano il 25 giugno 1900, primogenita del commerciante Pompeo Abba e di Giuseppina Trabucchi, ebbe con Pirandello un rapporto molto intimo, al punto che lo stesso scrittore agrigentino in una delle sue lettere scriveva “…Marta non m’abbandonare,… non è possibile che tu non sia, come autrice vera e sola, in tutto quello che ancora faccio. Ma io sono la mano. Quella che in me detta dentro, sei tu”
Si è molto discusso, su una presunta storia d'amore, da alcuni ritenuta solo platonica, tra l'attrice e il grande scrittore siciliano, ma sebbene nessuno, ancora oggi sia in grado di affermare con certezza che fra i due non ci fosse solo un amore platonico, e che tutto fosse amplificato dalla celebrità raggiunta da Pirandello dopo il conferimento del premio Nobel, si può affermare con certezza che il rapporto fra i due fu di notevole intensità sentimentale. Senza contare che la loro collaborazione artistica regalò pagine importanti al teatro italiano.
Marta Abba cominciò a studiare recitazione presso l'Accademia dei Filodrammatici, ed esordì sulle scene teatrali nel 1922 nel Gabbiano di Cechov. Nel 1925 avvenne la svolta decisiva della sua carriera artistica. Luigi Pirandello, che l’anno prima grazie ad una sovvenzione di 50.000 lire concessagli da Benito Mussolini aveva creato il teatro “dei dodici”, letta una critica di Marco Praga che ne esaltava le qualità sceniche, la scritturò come prima attrice del suo nuovo Teatro d'Arte di Roma con un contratto che prevedeva una paga di 170 lire giornaliere. Da quel momento, la giovane attrice milanese divenne la musa e l'interprete preferita dal drammaturgo siciliano, portando in scena quasi tutti i suoi lavori. Da “Diana e la Tuda” a “L'amica delle mogli”, fino a “Come tu mi vuoi”. Marta Abba conquisterà il drammaturgo fino a identificarsi in una immagine vivente del teatro pirandelliano: il successo dell’uno sarebbe stato il successo dell’altra.
A testimonianza del rapporto con Pirandello, rimane un epistolario. Un carteggio di circa 560 lettere scritte dallo scrittore, alle quali l'attrice rispose per 280 volte, poi donato all'Università di Princeton nel New Jersey e pubblicato integralmente soltanto nel 1994 da Mursia “Caro maestro... lettere a Luigi Pirandello (1926-1936)”; mentre “Lettere di Luigi Pirandello a Marta Abba”, pubblicato da Mondadori nel 1995, contiene solo le lettere scritte da Pirandello all'attrice.
La pubblicazione avvenne tardi perché per decenni la grande attrice italiana aveva meditato sull'opportunità di mettere a disposizione degli studiosi quei documenti, e continuava a rimandare ogni decisione, combattuta tra il desiderio di rivelare al mondo un Pirandello intimo ed ancora ignoto, e il pudore d'infrangere il velo di riserbo sul loro rapporto.
Nel 1985, all'età di ottantacinque anni, finalmente l'attrice si mise in contatto con l'università di Princeton, che fu ben disposta ad accettare la donazione, garantendone la conservazione e la pubblicazione da parte della Princeton University Press.
Gli ultimi anni li trascorse a San Pellegrino Terme dove morì il 24 giugno 1988, il giorno prima di compiere 88 anni.

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