Quando #Domenico Dolce, che
tutti conosciamo per il marchio di moda e per il suo essere
dichiaratamente gay ha detto a “Panorama” ("non mi
convincono quelli che io chiamo i figli della chimica, i bambini
sintetici") non si aspettava che quella frase potesse
ritorceglisi contro e che a puntare il dito contro di lui fossero i
gay. A cominciare da Elton John che si è sentito offeso per “i
suoi bambini” dimenticando che i “suoi bambini” sono frutto di
una pratica scientifica (la procreazione assistita) e non hanno
niente a che vedere con il “suoi” di una madre. Ma come si dice:
un papà difende sempre i buoi figli.
Il buon Elton ne ha dette
di cotte e di crude, ha lanciato l'hastag per boicottare Dolce e
Gabbana, ha dichiarato che non indosserà più i capi firmati dai due
stilisti, anzi ha invitato a metterli al rogo (i vestiti). Insomma
una reazione degna del miglior fondamentalista gay. E appresso a lui
un'infinità di celebrità (per la maggior parte gay) da Ricky Martin
a salire. In meno di ventiquattro ore, da tutto il mondo, i talebani
del “progresso assistito” invitavano a non comprare i vestiti di
Dolce e Gabbana, qualcuno consigliava di bruciarli. Ci mancava solo
il Ku Klux Klan e quelli dell'Isis e poi c'erano tutti. Tutti
scagliati contro Domenico Dolce reo di aver detto una frase che, come
la definiamo?... omofoba?
Una frase omofoba detta da
un gay è il massimo!
Ora, fermo restando che
ognuno può pensarla come gli pare, risulta evidente la sproporzione
fra la frase e la reazione di chi si è sentito direttamente tirato
in causa. E' come se uno da del mafioso ad una giornalista e
l'indomani tutti i giornalisti del mondo si scagliano contro il
malcapitato, come se fossero una setta, una organizzazione, una P2
dei giorni nostri pronti a difendere la categoria.
A quanto pare, secondo
quanto ha dichiarato Stefano Gabbana, "Tutta questa campagna è
nata on line per volontà di un gruppo di attivisti gay".
Come a dire: un gay non
oltranzista può essere pericoloso! Guai a non allinearsi al
“moderno” pensiero delle lotte civili, perché da qualche parte,
e grazie ai social network qualcuno ti mette su una bella guerra di
religione con rogo in piazza di abiti griffati. Ma nei diritti civili
di ogni persona, non rientra anche il diritto di esprimere la propria
opinione senza essere lapidato in diretta web?
Forse per questo nessuno
ha lanciato l'hastag #noncomprateicddieltonJohn
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