sabato 9 dicembre 2017

PERCHE' "COME UN CANDITO A NATALE" VINCEREBBE IL FESTIVAL DI SANREMO

Ora immaginate la scena.
Siamo sul palco dell'Ariston per la nuova edizione del festival di Sanremo.
I giovani hanno cantato, hanno cantato pure due o tre cantautori e gruppi Indie che nessuno conosce e che per uscire dal limbo della musica indipendente hanno accolto con favore l'opportunità di esibirsi davanti al grande pubblico televisivo dell'Ariston. Ma quale Premio Tenco, quello non lo vede nessuno!
 I gruppi Indie si sa, evitano accuratamente i Talent show, non vanno a farsi giudicare da Fedez o dalla Littizzetto, loro fanno musica seria... con testi seri, arrangiamenti seri. 
C'è anche qualche Big, che come il panettone esce fuori una volta all'anno, mentre per i restanti undici mesi sparisce dalla circolazione canterina, e ci sono quelli tipo Fiorella Mannoia che prima di cantare la nuova canzone ricorda il suo successo dello scorso anno con la canzone "Che sia benedetta", un inno alla vita e all'amore etc etc...
Il bravo presentatore annuncia l'ospite d'onore, che è amico della Mannoia, l'ospite è Manu Chao, l'ultimo dei mohicani, e sul palco dell'Ariston canterà "Clandestino", un pezzo dedicato a tutti i migranti, a coloro che viaggiano sui barconi o che passano i confini col Messico alla faccia di Trump, a quelli che viaggiano stipati dentro i camion verso una vita migliore a coloro che si sentono clandestini anche a casa propria. 
"Pa' una ciudad del norte, Yo me fui a trabajar, Mi vida la dejé, Entre Ceuta y Gibraltar, Soy una raya en el mar, Fantasma en la ciudad, Mi vida va prohibida, Dice la autoridad"
Una canzone contro le discriminazioni razziali e sociali, un'apertura dei confini del mondo, con una opportunità per tutti". 
Applausi.
Il presentatore poi, quasi commosso (perché lui sa già tutto) annuncia la nuova canzone in gara, un testo contro le discriminazione molto i voga in questo secolo consumistico, un inno per chi nella vita non ha avuto grosse possibilità, una canzone dedicata a chi, malgrado sia sempre presente, dall'oratorio al marciapiede, non ha mai avuto la giusta considerazione da parte degli altri, una canzone per gli "ultimi" che potrebbe anche essere un buon sermone di Natale per ricordare le piccole gioie della vita, le poche soddisfazioni e le tante delusioni. Niente a che vedere con la "Canzone di Natale" dei Zen Circus, ma qualcosa che stringe il cuore e fa capire che siamo tutti uguali, che non possiamo "scartare" nessuna ipotesi di convivenza civile e d'amore.
Basta essere derisi, bistrattati, buttati via, e non bisogna nascondersi dietro un dito o una intera mano, ma affrontare la vita con determinazione, perché di vita ne abbiamo solo una e niente di quello che ci offre va buttato, deriso, scartato. 
Perché tutto ha un fine.
Una canzone politicamente scorretta, perchè potrebbe essere usata nei comizi di Bersani e Co, rottamati senza ritegno, buttati via come indesiderati, scartati dal nuovo che avanza.
Signore e signore, annuncia il presentatore, dal Palco dell'Ariston di Sanremo, di Catagnano, Pelan e De Martino "Come un candito a Natale", canta Jacopo Rondinelli. Applausi e lacrime.
La vittoria è assicurata!

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