Ora immaginate la scena.
Siamo sul palco
dell'Ariston per la nuova edizione del festival di Sanremo.
I giovani hanno cantato,
hanno cantato pure due o tre cantautori e gruppi Indie che nessuno
conosce e che per uscire dal limbo della musica indipendente hanno
accolto con favore l'opportunità di esibirsi davanti al grande pubblico televisivo dell'Ariston. Ma quale Premio Tenco, quello non lo vede nessuno!
I gruppi Indie si sa, evitano accuratamente i
Talent show, non vanno a farsi giudicare da Fedez o dalla Littizzetto, loro
fanno musica seria... con testi seri, arrangiamenti seri.
C'è anche qualche Big, che come il panettone
esce fuori una volta all'anno, mentre per i restanti undici mesi
sparisce dalla circolazione canterina, e ci sono quelli tipo Fiorella
Mannoia che prima di cantare la nuova canzone ricorda il suo successo
dello scorso anno con la canzone "Che sia benedetta", un
inno alla vita e all'amore etc etc...
Il bravo presentatore
annuncia l'ospite d'onore, che è amico della Mannoia, l'ospite è
Manu Chao, l'ultimo dei mohicani, e sul palco dell'Ariston canterà
"Clandestino", un pezzo dedicato a tutti i migranti, a
coloro che viaggiano sui barconi o che passano i confini col Messico alla faccia di Trump,
a quelli che viaggiano stipati dentro i camion verso una vita
migliore a coloro che si sentono clandestini anche a casa propria.
"Pa' una ciudad del norte, Yo me fui a trabajar, Mi vida la
dejé, Entre Ceuta y Gibraltar, Soy una raya en el mar, Fantasma en
la ciudad, Mi vida va prohibida, Dice la autoridad",
Una canzone
contro le discriminazioni razziali e sociali, un'apertura dei confini
del mondo, con una opportunità per tutti".
Applausi.
Il presentatore poi, quasi commosso (perché lui sa già tutto) annuncia la nuova canzone in gara, un testo contro le discriminazione molto i voga in questo secolo consumistico, un
inno per chi nella vita non ha avuto grosse possibilità, una canzone
dedicata a chi, malgrado sia sempre presente, dall'oratorio al marciapiede, non ha mai avuto la
giusta considerazione da parte degli altri, una canzone per gli "ultimi" che potrebbe
anche essere un buon sermone di Natale per ricordare le piccole gioie
della vita, le poche soddisfazioni e le tante delusioni. Niente a che vedere con la "Canzone di Natale"
dei Zen Circus, ma qualcosa che stringe il cuore e fa capire che
siamo tutti uguali, che non possiamo "scartare" nessuna
ipotesi di convivenza civile e d'amore.
Basta essere derisi,
bistrattati, buttati via, e non bisogna nascondersi dietro un dito o una intera mano, ma affrontare la
vita con determinazione, perché di vita ne abbiamo solo una e niente
di quello che ci offre va buttato, deriso, scartato.
Perché tutto ha
un fine.
Una canzone politicamente scorretta, perchè potrebbe essere usata nei comizi di Bersani e Co, rottamati senza ritegno, buttati via come indesiderati, scartati dal nuovo che avanza.
Signore e signore, annuncia il presentatore, dal
Palco dell'Ariston di Sanremo, di Catagnano, Pelan e De Martino
"Come un candito a Natale", canta Jacopo Rondinelli.
Applausi e lacrime.Una canzone politicamente scorretta, perchè potrebbe essere usata nei comizi di Bersani e Co, rottamati senza ritegno, buttati via come indesiderati, scartati dal nuovo che avanza.
La vittoria è assicurata!
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