E' stata messa in scena a
Roma, al Teatro Aurelio, la mia commedia “Riflesso senza immagine”,
un lavoro al quale tenevo moltissimo e che da anni tenevo chiuso
dentro un cassetto fino a quando, lo scorso anno, non ho deciso di
partecipare al concorso nazionale indetto proprio dal teatro romano.
Vinto il concorso, il 6 ed il 7 marzo, la commedia è andata in
scena.
Perché la tenevo in un
cassetto? Perché avevo paura che una interpretazione sbagliata del
testo potesse stravolgere il messaggio e che l'ironia dei dialoghi
potesse sfociare in ridicolo. Insomma, se recitata male, quella
commedia sarebbe stata una vera boiata. Ma quando c'era la
possibilità che il testo venisse recitato da una compagnia stabile
di un teatro storico come l'Aurelio, allora l'ho tirata fuori dal
cassetto e... eccoci.
Sono state due serate
magnifiche, una recitazione perfetta con Angelina (pazza al punto
giusto), Andrea (chiuso nella sua incapacità di comunicare), un
calzolaio (che subisce le angherie dei due coniugi senza poter
reagire) e con gli altri attori che, seppur relegati in parti minori
hanno usato la gestualità (vedi la sorella e il fratello) per far capire allo
spettatore lo stato d'animo e le contraddizioni dell'Essere (come
diceva Heidegger) fra gli altri. E un dottore che arriva per "visitare" senza fare una visita medica.
Applausi durante lo
svolgimento della commedia e cinque minuti di applausi alla fine, per
tutti, compreso il sottoscritto chiamato sul palco dagli attori che
voglio ringraziare ancora una volta.
Ma soprattutto, quello che
ci ha dato maggior soddisfazione è stato l'apprezzamento del
pubblico non solo per la bravura degli attori, ma per il testo e per
il messaggio che ne è venuto fuori. Un signore mi ha detto: “mi
sono prenotato per la prossima sua commedia, se metterà
qualcos'altro in scena io voglio esserci”.
Riflesso senza immagine è
uscito dal cassetto ed è stato emozionante ascoltare l'assordante
silenzio del pubblico quando Antonio, alla fine, recita la sua
dissertazione sul sipario che non si chiude mai e sulla necessità di
avere un segnale convenzionale per poter uscire dal teatro.
Grazie a tutti!
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