In
amore, la differenza fra un uomo e una donna sta nei Tempi.
Quando
un uomo e una donna si incontrano e capiscono che c'è quel
“qualcosa” che li potrebbe avvicinare, che potrebbe far iniziare
una bella storia d'amore, la donna (solitamente) aspetta che sia
l'uomo a fare il primo passo e a dire il fatidico “ti amo”.
Al "ti amo" lei solitamente arrossisce e risponde: anch'io!
Anch'io...
cosa?
Però
l'uomo capisce!
In
verità, durante questa attesa, la donna cerca in tutti i modi di farglielo capire.
Per
esempio, risponde sempre alle sue telefonate e dopo ogni frase ride
divertita per testimoniare che con lui sta bene. Oppure capita (ma proprio per caso) che si ritrovino assieme nello stesso pub a bere una birra.
Certo, a seconda del soggetto capita che Lui perda tempo a dichiararsi, non è sicuro di essere corrisposto e voglia qualche indizio in più, e allora
cominciano i problemi.
Perché Lei vorrebbe dirglielo (lo ha già
detto a tutte le sue amiche che hanno espresso un giudizio positivo), ma non si fa, dev'essere LUI a fare il
primo passo.
E si rimane in attesa, come se fosse a fare la fila alla
Posta con in mano il numerino aspettando la chiamata!
“Sono
io, sono io!”
Quando
finalmente LUI capisce che i tempi sono maturi (solitamente maturano un attimo prima di
passare per scemo) si lancia nella fatidica sera con contorno di
passeggiata romantica mano nella mano e finalmente pronuncia la
fatidica frase.
Lei
sorride, risponde “anch'io” e pensa: “E che cazzo, ce n'hai
messo di tempo”!
Fin
qui, i tempi li decide (volente o nolente) l'uomo. Perché non è
cosa buona che una donna si lanci in... dimostrazioni palesi di
sentimento amoroso!
Ora... però... capita che dopo un po' di tempo i due si lascino (non tutti i grandi
amori vanno a lieto fine).
Qui
i tempi di attesa si accorciano notevolmente e cade l'opzione uomo/donna.
Per iniziare con le parolacce, i rimproveri, le maledizioni, e per augurare che qualche auto lo/a travolga, un masso le cada sulla testa e sfondi quel suo cervello bacato, un treno lo/a investa in pieno, non
bisogna aspettare giorni, settimane, mesi, in attesa del fatidico
“Vaffanculo”, bastano pochi secondi dopo il tremendo “ci
dobbiamo lasciare”.
Questo perché uno dei due soggetti è colto di sorpresa, non se
l'aspetta, aveva già fatto gli inviti per il matrimonio, e allora
chiede:
“Perché?”
E mentre fa questa domanda il soggetto che ha
davanti è passato, come per incanto, da “amore mio” a “brutto/a
stronza/o”.
Io
dico che potrei innamorarmi follemente di una donna che venisse da me
e mi dicesse: “Senti, pensala come vuoi, io ti amo!”
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