In questi giorni di
quarantena forzata (che alla fine diventerà una cinquantena e magari questa
estate non andremo al mare, la gente usa i social in maniera, oserei dire
spropositata. Gente che mette un post ogni venti minuti, non perché abbia
novità da comunicare, ma semplicemente per sentirsi vivo e segnalare ai suoi
amici facebucchiani che esiste.
Io, dal canto mio continuo
ad essere isolato e a gironzolare per casa. Ancora non sono arrivato al punto
da contare i passi, quando inizierò a farlo comincerò a preoccuparmi per il mio
stato di salute mentale. Al momento mi tengo impegnato cucinando quel che
capita e quando mi faccio prendere dal sentimentalismo telefono ad amici e
parenti.
«Ciao
nonna, sono io, come stai?»
«Come
le vecchiette, come vuoi che stia»
«Ti
ho disturbato, cosa stavi facendo?»
«Niente
figlio mio, stavo guardando la televisione, guardavo Il segreto»
«Ah,
quella soap opera spagnola? E
come va?»
«Va che qui, con
questo virus, moriamo tutti prima che finiscano le puntate e non sappiamo come
va a finire la storia»
Lasciando da parte le telefonate e guardando i post nella bacheca di
facebook ci si accorge che, rispetto a qualche mese fa, sono aumentati a
dismisura, e quasi tutti con un unico monotono, logorroico argomento (state a
casa).
Perché i post su facebook dipendono dal momento sociale e i loro autori,
come personaggi in cerca d'autore di Pirandelliana
memoria si ergono a esperti in qualsiasi campo del sapere e non sapere umano.
Nella maggior parte dei casi li trovo ridicoli, alcuni li definirei populisti,
scritti solo per avere un like, altri simpatici, molti autoreferenziali.
In
pochi utilizzano i social per puro divertimento e in questi casi, non
prendendosi troppo sul serio, i post hanno il sapore della genialità. Uno di
questi geni è Davide Tosches.
Musicista, cantautore (vi consiglio di ascoltare i suoi CD)
illustratore, collaboratore di altri musicisti, è (ovviamente) convinto che la
musica unisce i popoli. E quale miglior popolo di quello facebucchiano!
Ed
allora, armato di occhiali con montatura rossa e di una tromba, inserisce ogni
giorno i suoi “tentativi” di suonarla.
All'aperto, in cucina, in garage, in mezzo ai boschi, sopra il tetto, da
solo al tramonto o in compagnia di due banane (a caso) o del suo asino.
Una
performance al giorno, con esiti che… beh, bisogna ascoltare per capire. Posso solo dire
che, fino ad oggi, il 22esimo giorno (a caso) sembrava che le sue performance fossero
migliorate, ma poi è andato via via a peggiorare (per fortuna).
Insomma, se siete ancora convinti che la musica non unisca i popoli, e che non si possano usare i social in maniera intelligente, ascoltate (e guardate) le performance trombali di Tosches.
Un genio!
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