mercoledì 21 febbraio 2018

L'AVVELENAMENTO DEI CANI HA AVVELENATO ANCHE IL WEB

L’avvelenamento dei cani randagi in contrada Muciare doveva e poteva essere un momento di seria riflessione fra associazioni, amministrazione e cittadini sul problema atavico del randagismo a Sciacca e in Sicilia e sulle misure da adottare affinché sessanta cani non si riunissero in una località dove insistono uffici di una società, una fabbrica di mattoni, case adibite a civile abitazione e accesso alla spiaggia di Muciare con relativo sbocco di acqua termale. 
Senza contare il nascente Museo del mare.
Doveva essere un momento di confronto e capire come risolvere il problema e poteva trovare tutti d’accordo nel condannare una strage di animali perpetrata da un singolo o da alcuni. E quando dico tutti d’accordo ci infilo anche chi ha paura dei cani (perché esistono pure queste persone) o chi è stato morso mentre faceva jogging, chi è caduto dal motorino perché inseguito da randagi ed è finito all’ospedale (ci sono pure questi) e chi non si recava più a raccogliere sassi a Muciare o fare una passeggiata in spiaggia (vedi anche contrada Foggia) per paura di essere attaccato (e ci sono pure questi).

 Invece, quasi subito, alla prima foto pubblicata sul web, la notizia si è trasformata in una specie di guerra di religione. La società civile contro i barbari assassini di cani indifesi, un esercito di crociati provenienti da tutta Italia che si sono scagliati contro il feroce e infedele Ṣalāḥ ad-Dīn.
Non si è andati alla ricerca del singolo individuo, ma si è preferito sparare nel mucchio, buttare bocconi avvelenati sul web cercando di colpire più persone possibili.

Il capo barbaro, il novello Vercingetorige colpevole della mattanza è stato, in ordine di intervento degli animalisti e con la benedizione di stiliste, politici e presentatrici TV,  l’assessore Paolo Mandracchia, il sindaco Francesca Valenti (alla quale l’esercito di crociati canini che si è messo in moto ha augurato le peggio cose e con tutti i mezzi disponibili), e per finire, il popolo di Sciacca che, essendo popolo barbaro è colpevole tanto quanto il capo. Una razza da sterminare, una città da radere al suolo. Una nuova crociata da portare avanti!
Il risultato è stato un susseguirsi di improperi, accuse, maledizioni, minacce al limite del dicibile e del linguaggio intimidatorio e mafioso verso tutto e tutti, catastrofi naturali e non, auguri di morire subito, senza messa e in ogni modo possibile, (compresa la flagellazione, l’avvelenamento, l’inondazione e il terremoto) accuse  lanciate come anatemi papali dai novelli crociati integralisti canini ad indirizzo della barbara popolazione sicula e sciacchitana in particolare.

E così, la solidarietà e la pietà verso quei poveri cani morti avvelenati è durata dieci  minuti. Il tempo esatto della prima “potessi morire avvelenata coi tuoi figli”, apparsa sui social e si è frantumata al primo manifesto di sedicenti amanti degli animali che come squadristi fascisti minacciavano tutto e tutti. Perché ad un certo punto (si arriva ad un limite per tutto) il popolo si è rotto la minchia di prenderle senza motivo e senza colpa!

Peccato! Doveva essere un’occasione per unire ed invece è servito solo a mettere in mostra il lato oscuro, velenoso e becero non solo di chi ha commesso l’atto ma anche di chi è convinto che tutti devono avere le stesse idee (fanno così anche gli integralisti islamici) ed ha inveito, o sarebbe meglio dire ringhiato indiscriminatamente, contro una città e un popolo che a cultura, storia e accoglienza può dare lezioni a molti.

L’ultimo atto, speriamo, sarà domenica. L’esercito di integralisti, pronto alla guerra, sbarcherà a Sciacca e cantando “Barbaro traditor” attaccherà le mura della città con i propri soldati armati di sacchetti e paletta per raccogliere eventuali defecazioni canine e si recherà in piazza Angelo Scandaliato (dedicata ad un eroe saccense Medaglia d’oro al valor militare) per far capire ai barbari locali assassini e senza cuore come si trattano gli animali e ricordare quali immani tragedie potranno colpire il popolo reo del barbaro assassinio.

Vedremo se ci saranno sopravvissuti

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